L'esame
psicodiagnostico, accanto al colloquio clinico e all'osservazione
qualitativa del comportamento, comprende la somministrazione di test.
Tali
esami strumentali permettono una misurazione obiettiva e standardizzata
di un campione di comportamento in specifiche abilità.
Il confronto
dei punteggi ottenuti dal soggetto, con quelli di campioni equivalenti
per età o scolarità, classifica la prestazione secondo criteri di normalità
statistica.
I risultati
dei test assumono quindi significato attraverso le informazioni
cliniche del paziente, permettendo la diagnosi,
la definizione della terapia e le
ipotesi sulla evoluzione dei disturbi (prognosi),
che saranno verificate nei successivi controlli (valutazione longitudinale).
Nonostante
l'utilizzo di test sia molto diffuso, la loro somministrazione da parte
di personale non adeguatamente formato può portare a conclusioni fuorvianti
e, in certi casi, del tutto errate.
Per questo
il percorso clinico di valutazione
psicologica, neuropsicologica e neuropsichiatrica
non può essere delegato a personale non abilitato.