La
costruzione di un repertorio gestuale e di comportamento motorio condiviso
socialmente nelle diverse culture, passa attraverso una rete di costruzione
di significati non dissimile dalla costruzione delle rappresentazioni
linguistiche.
Le
fasi evolutive del controllo del movimento, non possono prescindere
dal graduale accrescimento funzionale del sistema nervoso centrale
e periferico, ma i fattori cognitivi che permetto al ‘piccolo
esploratore del mondo’ di dare un senso al tutto indistinto,
rivestono una discreta importanza, al punto che la deprivazione esperienziale
rallenta o può interrompere non solo lo sviluppo motorio, ma
anche quello cognitivo del bambino.
Dall’altro
lato l’interruzione traumatica del funzionamento delle aree
del cervello deputate alla codifica del gesto e del comportamento
motorio, può impedire di rintracciare i gesti funzionali alle
normali attività quotidiane.
In
caso di cerebrolesione il senso faticosamente acquisito della sequenza
dei gesti utili alla preparazione di una moka per un caffè,
può diventare un enigma, come anche la attività di disegno
a memoria o di copia, in cui tutti ci siamo soffermati nella prima
parte della nostra infanzia.
La
valutazione delle prassie e dei comportamenti costruttivi, permette
di monitorare le fasi dello sviluppo e permette le diagnosi dei deficit
negli esiti cognitivi delle cerebrolesioni.