Usurpazione
di titolo di specialista in Neuropsicologia
Come clinico ho constatato, che il Profilo Professionale dello specialista
in Neuropsicologia, definito dal DM 24.07.2006, viene esercitato sovente
da parte di soggetti privi della specializzazione universitaria in
tale disciplina.
Permettetemi di descrivere
un panorama sanitario, che per evidenti interessi di parte (medici,
psicologi, psicoterapeuti, terapisti), nello specifico ambito della
diagnosi e della riabilitazione neuropsicologica, non tutela il bene
della salute. L'effetto è che sempre più spesso i pazienti si uniscono
in associazioni, per ottenere informazioni, buone prassi e i diritti
di legge. Non è molto edificante per un professionista sanitario,
leggere on-line, testimonianze di famigliari che si lamentano di colleghi,
di cui fanno nomi e cognomi, riportano stralci di referti impossibili
e soprattutto descrivono l'angoscia di storie di anni di "effetto
flipper", da un centro all'altro, alla ricerca delle buone prassi,
che sempre più spesso sono contenute in apposite linee guida facilmente
reperibili.
Di fronte alle denunce
dei pazienti, la classe medica ha inventato la medicina difensiva,
ovvero fare esami "più del necessario" per evitare di risarcire i
danni, ma per gli psicologi il problema non sussiste per la diffusa
abitudine di non emettere referti di diagnosi. Una clinica così eterogenea,
nell'ambito della psicologia e della neuropsicologia, non si improvvisa
ed è frutto di scelte deliberate, che nel tempo hanno permesso comportamenti
di malpractice, da parte degli psicologi, che sempre più spesso trovano
i pazienti sconcertati.
1. Garantire la
qualità degli accertamenti
Nel pubblico, strutture
ospedaliere e servizi territoriali, raramente gli psicologi si occupano
della relazione tra cervello e comportamento ed è forse per questo
che la neuropsicologia viene esercitata dai neurologi, dai fisiatri,
dai fisioterapisti, dai logopedisti e dagli educatori. Non
mi è ancora chiaro con quale risultati e con quali evidenze nelle
procedure diagnostiche e riabili ative adottate. E' anche difficile
individuare tali procedure, perchè raramente sono resi pubblici i
Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA), che il servizio
pubblico dovrebbe redigere e pubblicare, quale recepimento delle Linee
Guida in ogni settore di intervento.
Si aggiunga che in
Italia non esistono bandi per l'assunzione di neuropsicologi. Alcuni
concorsi propongono un profilo specialistico compatibile con
quello dello specialista in Neuropsicologia, ma senza il requisito
del possesso di quel titolo. Nella
vicina Svizzera non solo la figura dello specialista in Neuropsicologia
è presente negli organigrammi aziendali di molte cliniche, ma dal
1° gennaio 2004 è pubblicato il tariffario per le prestazioni del
neuropsicologo. In
Italia manteniamo il primato che in neurologia, in riabilitazione,
in neuropsichiatria, in geriatria, i pochi psicologi selezionati non
sono Neuropsicologi. Tanto i test li fanno i terapisti! L'Associazione
Italiana Specialisti in Neuropsicologia (AISN)
si sta occupando di modificare questo 'stato dell'arte'.
Cosa accadrebbe
se gli atti propri di un medico neurochirurgo (p.e. una rachicentesi)
fossero svolti da un medico fisiatra o addirittura un infermiere?
In primo luogo non accadrebbe mai, perché gli stessi professionisti
si guardano bene dal compiere procedure su cui non
sono formati! Qualcuno potrebbe obiettare: "Ma che danno puoi fare
nel somministrare un test carta e matita o al computer"? In effetti
per alcuni la neuropsicologia si riduce a cellulosa e grafite. Se
i fisioterapisti somministrano i test cognitivi nelle cliniche riabilitative,
allora perché non fargli refertare anche le risonanze o un eeg?
2.
Costruire per competenze specialistiche
In questo
contesto è negata ai cittadini la possibilità di accedere ai nominativi
dei neuropsicologi ed alle altre specializzazioni universitarie di
area psicologica, che comprendono le seguenti tipologie:
- specialista
in Neuropsicologia
- specialista
in Psicologia del Ciclo di Vita
- specialista
in Psicologia della Salute
- specialista
in Valutazione Psicologica e Consulenza
- specialista
in Psicologia Clinica
Infatti
queste specialità non sono presenti sui siti internet degli ordini
regionali degli psicologi, in deroga al principio della trasparenza
delle PA e in violazione della L.56/1989, art.12 punto 2 comma h.
Per l'ordine degli psicologi le specializzazioni universitarie in
Italia non esistono. Ergo a maggior ragione per i cittadini.
Come può
un cittadino controllare che un dottore che fa pubblicità ingannevole
o addirittura usa un titolo improprio nei referti, sia un abusivo?
Per il diffuso titolo di "specialista in Neuropsicologia dello Sviluppo",
che non esiste nella legislazione italiana, nessuno può togliersi
il dubbio.
Il
privilegio di essere visibile ai cittadini negli albi pubblici degli
psicologi, in una caratteristica come la specialità che è definita
per legge, è permesso solo allo specialista in psicoterapia. Quindi
l'ordine favorisce de facto le scuole di psicoterapia private.
On line
è presente addirittura la ricerca per "orientamento terapeutico",
che non è ovviamente un titolo legale, ma viene favorita la credenza
che lo sia. Il
cittadino è indotto a credere dall'ordine, che gli psicologi abbiano
titoli legali del tipo "Psicoterapeuta della Gestalt", "Psicoterapeuta
Individuale" "Psicoterapeuta Corporeo" , "Psicoterapeuta Transazionale".
Gli unici
titoli legali sono sette, per gli altri c'è il codice penale:
- Psicologo
- specialista in Neuropsicologia
- specialista in Psicologia del Ciclo di Vita
- specialista in Psicologia della Salute
- specialista in Valutazione Psicologica e Consulenza
- specialista in Psicologia Clinica
- specialista in Psicoterapia
Immaginate analoga ricerca di un medico per “orientamento terapeutico”: “Medico Positivista”, “Medico Ippocratico”, “Medico Transpersonale”, “Medico Corporeo”, “Medico della Relazione”? Già da questi titoli si può percepire il vacillare delle credibilità di una figura ben riconosciuta socialmente come è quella del medico. Per questo i medici sono rintracciabili
per specialità: "Hai problemi all'udito? Cerca un otorino" "Hai problemi
alla vista? Cerca un oculista.", "Hai male alla testa persistente?
Cerca un neurologo."
Questa
situazione di promozione forzata delle scuole di psicoterapia private,
per puri interessi di bottega, ha conseguenze rilevanti non solo sulla
rappresentazione sociale dello psicologo, ma anche sui percorsi della
salute del cittadino, che in caso di disturbo di competenza degli
psicologi, si trova come primo gradino non l'accoglienza, bensì lo
studio di quale è la psicoterapia che fa per lui!
Mentre
il medico orienta la terapia per ottenere la risoluzione del sintomo,
lo psicologo orienta il paziente verso il sintomo di disorientamento
terapeutico?!?
Come altrimenti
spiegare il paradosso di permettere ad un paziente una ricerca per
"orientamento terapeutico", senza avere una diagnosi? Il cliente é
indotto a prassi pericolose, del tipo "Sono ansioso, allora vado da
Tizio, che è un comportamentale" oppure "Sono depresso, allora vado
da Caio, che è uno psicodinamico", oppure "Sono troppo agitato, allora
vado da Sempronio, che mi fa la sistemica". Ma la diagnosi fai da
te è proprio una piaga della clinica!
Altro
effetto paradosso è che ci sono psicologi convinti di essere neuropsicologi,
perchè hanno un diploma di laurea specialistica in neuropsicologia,
che è altra cosa dal diploma di specializzazione. Infatti il soggetto
che ha una laurea specialistica, sono solo 5 anni che sta all'università,
poi se ha fatto l'esame di Stato, potrà chiamarsi psicologo, e se
vuole arrogarsi il titolo di neuropsicologo, deve studiare altre cinque
anni all'università e superare l'esame finale che gli attribuisce
il Diploma di specialità. Tali ingenui psicologi (se in buona fede),
si fanno pubblicità con tale titolo abusivo e alcuni poliambulatori
lo scrivono pure sui loro siti istituzionali.
3.
Tutelare i clienti attraverso la chiarezza dei titoli
I medici
vantano ben 63 (sessantatre) specializzazioni in cui esercitare le
loro competenze e hanno la visibilità dei titoli nelle loro schede
sui rispettivi Albi (laurea, specializzazione, master, con data e
sede). Le specialità mediche non universitarie (sessuologia e criminologia)
sono omesse. Proprio l'opposto degli psicologi, che hanno visibili
tutte le specializzazioni non universitarie ed omesse quelle universitarie.
Siamo dei geni del marketing! Sarà per questo che i medici sono numericamente
dieci volte tanto gli psicologi?
Per il
titolo di Neuropsicologo, omesso dagli elenchi pubblici, le implicazioni
di vario ordine aumentano se si considera che tale disciplina, rappresenta
nel nostro Paese un ambito di intervento non più relativamente giovane
(anni '60 del secolo scorso). Approfittando di una situazione di vuoto
normativo, altre figure professionali hanno quindi ottenuto visibilità,
consenso sociale e solide posizioni di rendita economica, ma attualmente
potrebbero vantare il 'privilegio' di esercizio dei seguenti reati:
"usurpazione
di titoli o di onori" (art. 498 codice penale), nel caso
in cui uno psicologo, non in possesso della specializzazione
in neuropsicologia, utilizzi il titolo di specialista in Neuropsicologia,
risultante dalla firma di un referto, dalla pubblicità professionale,
dalla targa del proprio studio privato o pubblico.
N.B. chi si fregia del titolo inesistente di "Neuropsicologo" aggrava la sua posizione
in quanto ricade nella fattispecie di "uso di titoli inesistenti",
probabilmente ascrivibile al reato di "falso ideologico".
"esercizio
abusivo di una professione"
(art. 348 codice penale), nel caso in cui un dottore (non-psicologo),
utilizzi "strumenti e tecniche conoscitive e di intervento" ricollegabili
alla professione di psicologo, risultante dai contenuti di un referto
firmato o dalla testimonianza soggettiva del cliente sulla professione
percepita del sanitario.
"concorso
in esercizio abusivo di una professione"
(art. 110 codice penale), nel caso in cui un dottore, si avvalga
della collaborazione di un non-psicologo, nell'esercitare le specifiche
competenze di uno psicologo (p.e. somministrazione di un test per
la depressione) o di un neuropsicologo (p.e. somministrazione di un
test di memoria), risultante dalla doppia firma sul referto.
La
mancata appropriatezza degli atti di chi esercita le competenze specifiche
del neuropsicologo, senza una adeguata formazione, è forse il danno
maggiore di queste prassi, in quanto l'attività di assessment diventa
sterile esercizio di somministrazione di test, senza una visione di
insieme e il supporto delle evidenze della ricerca, sulla relazione
tra le basi neurali e i processi cognitivi.
4. Vigilare sulla
trasparenza e sul merito
In questo
contesto opaco e poco tutelante, ci sono altresì da parte di alcuni
psicologi, proposte imbarazzanti in favore di una sanatoria,
per l'utilizzo del titolo di neuropsicologo, da parte di chi da tempo
si occupa di neuropsicologia. Questa non è una scelta che premia il
merito. Chi si occupa di neuropsicologia da anni, di sicuro ha una
solida committenza (da dipendente o libero professionista) e può continuare
ad esercitare le pecifiche competenze del neuropsicologo, firmandosi
solo come psicologo. Abbiamo già avuto una sanatoria con la legge
56/1989, che ha permesso il titolo di psicologo a laureati non in
psicologia (sic!), in presenza di corsi di laurea attivi già dal 1971
(Padova e Roma).
Il vero
problema è la mancata diffusione di una psicologia scientifica
nella società italiana, senza la quale non siamo credibili in primis
verso i nostri clienti. La prima conseguenza è una limitata presenza
di psicologi professionisti sul territorio e nelle strutture, sia
per numero (siamo un decimo dei medici), che per competenze (solo
cinque specialità). La limitata opportunità di formazione specialistica
universitaria, invece di essere potenziata ed articolata secondo ambiti
di intervento specifici, viene boicottata dallo stesso ordine degli
psicologi, omettendo dagli elenchi pubblici le ricerche per specialità
e per master universitari (p.e. Lombardia
ed Emilia Romagna).
Negli
Stati Uniti l'American Board of Professional Psychology (ABPP)
certifica quattordici (14!) profili professionali per gli psicologi
(gli omologhi delle nostre specializzazioni), e chiunque on line può
cercarsi un professionista ad esempio in "Rehabilitation Psychology",
in "School Psychology", in "Clinical Neuropsychology" o nelle altre
restanti nove specialità.
E'
opportuno quindi fornire l'indicazione che l'Associazione Italiana
Specialisti in Neuropsicologia (AISN)
é nei fatti in Italia l'unica associazione che garantisce, attraverso
elenchi pubblici e on line, che i propri iscritti sono Neuropsicologi,
o in formazione specialistica in Neuropsicologia, in quanto raccoglie
una parte degli psicologi, che hanno scelto il percorso che porta
al Diploma di Specializzazione.