Fare
qualcosa tanto c'è la plasticità neuronale
Le recenti
scoperte delle neuroscienze hanno permesso di considerare le funzioni
cognitive come espressione del funzionamento del cervello che è plastico.
Di conseguenza sia nello sviluppo che nell'evoluzione di tutto il ciclo
di vita, la stretta interdipendenza tra basi genetiche ed ambiente permea
lo stato dei nostri processi e del nostro funzionamento.
Fare terapia
vuol dire agire direttamente sul cervello, nella corteccia, nelle sinapsi
e sulla dinamica dei neurotrasmettitori cerebrali.
Il recupero
dopo un danno cerebrale (trauma cranio encefalico, ictus, anossia) o
una disfunzione (ipoattivazione, delay evolutivo funzionale) può avvenire
spontaneamente oppure per effetto della riabilitazione.
Fare qualcosa
in riabilitazione che abbia un effetto, significa mostrare una efficacia
del trattamento superiore all'evoluzione spontanea.
In altre
parole è raro che un paziente non migliori, ma noi dobbiamo fissare
obiettivi che siano superiori a quelli del recupero spontaneo, ovvero
al beneficio che ci sarebbe in assenza di terapia.
Gli effetti
di tali malpractice sono:
- Impegnare il paziente in trattamenti inutili
- Trascurare gli effetti
di un recupero guidato efficace
- Attribuire al clinico
un effetto che ci sarebbe stato comunque
- Utilizzo di fondi
pubblici o privati per attività non supportate da indici di efficacia