Fare
qualcosa senza una diagnosi
Le famiglie
spesso non sanno e gli stessi operatori non lo dicono, che in presenza
di un disturbo è necessaria una diagnosi per poter definire la terapia
appropriata.
L'Agenzia
delle Entrate invece permette la detrazione delle spese sanitarie delle
terapie, solo in presenza di una diagnosi clinica, forse per contrastare
l'esercizio abusivo delle professioni sanitarie.
Se un erborista
riceve richiesta di aiuto da un cliente che riferisce sbalzi pressori,
prima domanda cosa ha detto il medico.
La terapia
infatti deve rientrare all'interno di una presa in carico clinica e
lo Stato non permette la distribuzione dei farmaci, che non hanno una
accertata efficacia su patologie specifiche.
La diagnosi
oltre al valore di accertamento ("certum facere" = dichiarare il vero)
emessa da personale abilitato dallo Stato, ha il potere della presa
d'atto da parte dei famigliari e, per prima, traccia il traguardo per
il successo delle misure necessarie alla terapia.
Gli effetti
di tali malpractice sono:
- Sottostima del reale stato clinico
- Gli operatori non
sanno come comportarsi col paziente
- Attribuzioni volontaristiche
o caratteriali sui deficit (è svogliato, è oppositivo)
- Riduzione dell'aspettativa
di vita